Cercavo da tempo di capire la
ragione di una certa inquietudine che sentivo in me stesso, un
senso di sgomento che mi prendeva soprattutto quando osservavo lo
scorrere dell'acqua nel naviglio. Ed il mattino in cui le onde
depositarono sulla mia riva la scatolina di legno, capii che era
la sua attesa che mi aveva reso ansioso.Con mani frementi
l'aprii: dentro c'era un piccolo oggetto, avvolto in carta
cerata,gialla,ed aveva un certo peso:dovevo aprirlo?.. Rimasi a
guardarlo, come rapito dalla cura della confezione e stupito
dalla pesantezza. "Le tue azioni pesano, i tuoi ricordi
pesano...", parole lette da qualche parte che mi
riecheggiarono nella testa. Finalmente mi scossi da quel magico e
romantico fantasticare e aprii di botto l'involto. Mi apparve un
mazzo di chiavi, e sulla superficie interna della carta scorsi
poche righe di una grafia minuta e precisa: un indirizzo. Dopo
l'indirizzo, poche altre parole: "Se trovi queste chiavi, pe
favore falle avere a Laura. Lei saprà che farne". Un altro
forse avrebbe scelto di non impicciarsi, avrebbe riavvolto alla
meglio la scatolina e l'avrebbe ributtata in acqua. Non io.
Sentivo di dover aiutare quel misterioso messaggio ad arrivare a
destinazione....
Pensavo a come potevo individuare la Laura del biglietto, sentivo
qualcosa dentro che mi spingeva con forza ad accettare quella
folle sfida: in un mondo di donne, trovarne una.
Riguardai nuovamente la scatolina di legno cercando qualcosa che
illuminasse la mia ricerca, la girai e rigirai piu' volte nelle
mani, osservavo ogni piu' piccolo particolare, sentivo che c'era
qualcosa che mi avrebbe aiutato.
Ad un tratto mi sfuggì e cadde a terra, il tempo, l'acqua del
naviglio avevano lavorato a lungo quel legno che a contatto con
l'acciottolato della strada, si ruppe. La scatolina scoprì il
suo segreto, un doppiofondo che nascondeva la chiave per
interpretare il misterioso indirizzo vergato all'interno della
carta: un ritaglio di giornale che parlava della scomparsa di una
barca da pesca, con un equipaggio di tre marinai, avvenuto due
anni prima. La barca aveva preso il mare da un paesino della
Liguria in una notte di gennaio, e non era più tornata.
L'indirizzo diceva "Casa Rossa, Località Scogli". La
prima cosa da fare era ... una gita al mare! Partii.
Non era certo una cosa facile trovare una "Casa Rossa,
località Scogli", di un paesino della Liguria!
Certo, la notizia del naufragio e della scomparsa di una barca
con tre uomini di equipaggio non era passata inosservata, a suo
tempo ... e contavo proprio su questo per ritrovare il paese. Da
lì , poi, sarebbe stato facile giungere alla "Casa
rossa".
Ero fiducioso, il week end si presentava bene! Una bella
giornata, un oggetto da riportare, la speranza di dare un po' di
conforto ad una famiglia ....Arrivai in Liguria, e, colto da un
presentimento, mi girai a guardare in direzione delle partenze e
arrivi, come per magia vidi una cosa molto interessante:c'era un
locale in partenza per Scogli! Andai subito a fare il biglietto,
ma...
Una signorina con gli occhiali scuri ed un'aria molto decisa mi
venne incontro e mi prese per un braccio con un vigore inatteso.
"Sta cercando un imbarco ? Forse ho quello che fa per lei -
disse - o forse perfino quello che sta cercando."
La ragazza mi condusse fuori dalla stazione e subito dopo per una
stradina sassosa che, dopo tre o quattro curve a gomito in
discesa, sembrò sboccare in un altro mondo. Non si vedeva più né
la stazione né nient'altro, solo sassi, un po' di vegetazione e
il mare in fondo. Il mare su cui si stagliavanio due enormi
scogli....
- Io... cerco Laura - dissi sentendomi un po' stupido, ma lei mi
guardò come se fossi stato un insetto. Allora alzai lo sguardo e
sopra uno dei due scogli vidi la casetta rossa. Dal camino usciva
un sottile filo di fumo.
Mi aspettavano? Non era possibile! Non avevo detto a nessuno che
sarei venuto in Liguria, neppure a mia moglie, che mi aveva
lanciato uno sguardo strano alla mia partenza!
Comunque, ora ero lì! Era meglio affrettarsi, mi volsi verso la
ragazza, ma ... dov'era finita? Non c'era nessuno!
"Oh beh! - mi dissi - meglio solo che male
accompagnato." E mi avviai verso la Casa rossa ....
La stradina era più che un sentiero una sassaia e nello scendere
misi male un piede e caddi, mi rialzai dolorante, ad un tratto mi
apparve una Signora vestita di nero e nell'incrociarla accennai
ad un saluto non ricambiato.
Cinque minuti dopo ero all'ingresso e bussai alla porta di legno
ruvido, udii dei passi e mi aprì una bellissima fanciulla che
non avrà avuto più di diciott'anni. Mi presentai e lei mi
disse: s'accomodi l'aspettavo. Mi offrì un'orzata che gradii
oltremodo e cominciai a raccontarle dal ritrovamento del
messaggio...ad un tratto mi mise l'indice della mano destra sulle
labbra come per zittirmi, rimasi immobile e lei continuò il
racconto per filo e per segno. Le dissi, ma come? Ma chi?. E lei:
non ha incontrato una Signora in nero scendendo? Al mio assenso
mi disse: era la vedova di Alcide Borghettini, mia zia e moglie
di uno dei naufraghi. Ma dissi: ma come poteva sapere tutto, e la
fanciulla candidamente: lo sapeva perché è morta da cinque
anni, e lei ha incontrato un fantasma. Svenni e mi risvegliai sul
rapido per Ventimiglia in uno scompartimento di prima classe, di
fronte a me un Vescovo con il suo assistente.