In una torpida e grigia giornata, per combattere il velo di noia che copriva tutte le cose, sono salito in soffitta. In una vecchia cassa da viaggio, che evidentemente non viaggiava più da tempo, a giudicare dalla polvere che la ricopriva, ho trovato una serie di quadernetti, quelli con la copertina nera ed i fogli ingialliti. Incuriosito, ne ho aperto uno ed ho trovato queste righe:
SOGNI
Tutto intorno si fece buio, il fulgido bagliore di un lampo in lontananza rischiaro' lo spazio attorno a me.
Nessun confine, nessun contorno, intorno a me niente.
Solo io in mezzo al nulla, nel buio piu' assoluto.
Urlai ma la mia voce venne assorbita dal nulla.
Pregai, non l'avevo mai fatto prima, nessuno mi rispose.
Aprii gli occhi, vidi il soffitto bianco sopra il mio letto, piansi.
Ci sono sogni che a sfiorarli si resta impigliati.
Sogni dove il risveglio non è mai abbastanza.
Lievi come nuvole, rimangono.
Troppo brevi per credere di afferrarli.
Troppo intensi e densi di pensieri, per farli stare in un pugno di parole.
......................
Ho cominciato ad indagare in famiglia, per capire chi potesse avere scritto quelle parole che mi avevano comunicato un vago disagio, l'impressione di avere aperto il classico vaso di Pandora. E parlandone con la zia Amalia è venuto fuori che...
-Bene, devo confessare che avrei preferito che tu non trovassi quei quaderni, ma oramai...Erano di tua zia Matilde,la zia che ti abbiamo nascosto per tutto questotempo..-
- Cosa vuol dire che ti abbiamo nascosto? Cosa mai ci può essere di così terribile da nascondere di una zia che per giunta si chiama Matilde?
-Matilde era la sorella gemella di Antonio, tuo padre - proseguì Amalia - è morta che stava per compiere otto anni di un'improvvisa polmonite curata male, cosa della quale tuo padre ha sempre rimproverato tua nonna-
Così, all'improvviso mi torna in mente quel busto di marmo sulla biblioteca raffigurante una bambina e quella volta che chiesi, con l'ingenuità dei piccoli, chi rappresentasse ed anche la sensazione gelida nella risposta di mia nonna "una bambina che se ne è andata tanto tempo fa".
Una bambina di non ancora otto anni che scriveva pensieri così belli...una bambina la cui morte aveva significato la nascita del rancore tra mio padre e mia nonna, del quale non mi ero mai spiegato il motivo.
Mio padre, messo alle strette dalle mie domande, finalmente mi racconta qualche particolare in più.
Matilde e lui erano proprio inseparabili, come capita spesso tra gemelli. Poi, un bel giorno la nonna aveva regalato un cagnolino a Matilde ed un coniglietto a lui, sostenendo che era ora che i due fratellini si occupassero di cose diverse.
Il coniglietto viveva in una gabbia, papà lo prendeva in braccio ogni tanto per accarezzarlo, e poi lo riponeva dentro. Il cagnolino invece non faceva altro che scappare, e Matilde a rincorrerlo. A fine gennaio scappò per l'ennesima volta, e finì sullo stagno ghiacciato. Matilde dietro di lui cercava di afferrarlo ma, nonostante fosse magrolina, pesava di più della bestiola ed il ghiaccio si ruppe....
Principio di congelamento, polmonite, cure tardive e forse inadeguate...Matilde morì.
Papà non perdonò a sua madre la morte di quella che riteneva una parte di se stesso.
Lo mandarono in collegio, lontano da casa, sbarrandogli così ancora più la porta degli affetti familiari.
Chissà se è stato proprio allora che è nata in lui la passione per i viaggi, che lo ha messo sulla strada fin da quando aveva tredici anni......all'inseguimento di un sogno in cui ritrovare la gemella?