"non riuscirò a cambiare la mia vita.."
Come un ritornello inconscio mi ripetevo quotidianamente questa frase. Un giorno decisi: mi ossigeno i capelli e la mattina mi infilo per prima la scarpa destra.
Fu un passo non facile, perchè quando si è assonnati si fanno le cose meccanicamente....In questo modo, però, riuscivo a svegliare prima l'attenzione, allora posavo la scarpa sinistra e mi infilavo la destra.
Passato qualche giorno mi accorsi che, nonostante svegliassi prima l'attenzione, arrivavo sempre in ritardo agli appuntamenti!
Dovevo di nuovo togliermi le scarpe e infilarmi prima i pantaloni...In quanto al fatto di ossigenarmi i capelli, poi, fu un vero disastro, mi ritrovai con i capelli completamente bianchi!!!
La mia vita era cambiata!
Era cambiata, ma non come avrei desiderato, la mia ragazza mi lasciò, i miei amici iniziarono ad evitarmi, il capo-ufficio mi chiamò e senza troppi giri di parole mi licenziò ed anche i miei genitori smisero di invitarmi a pranzo la domenica!
Io sono un tipo abbastanza sveglio ed un paio di mesi dopo capii i motivi per cui successe tutto questo, non era facile avere la certezza di stare a contatto con una persona equilibrata, uno che va in giro in pigiama con la scarpa destra al posto della sinistra, la sinistra nella tasca, i pantaloni tra le mani, i capelli bianchi e che corre trafelato per i sotterranei della metropolitana.
Ero comunque soddisfatto perchè avevo capito il metodo!
Avevo capito come funzionano le cose!
Passeggiando per i marciapiedi della città, incontrai altre persone in pigiama, con la scarpa destra al posto della sinistra, la sinistra in tasca, etc; iniziammo a frequentarci, a casa dell'uno o dell'altro, continuavamo a cambiare la nostra vita, un giorno accendevamo le sigarette al contrario (ma non lo rifacemmo la seconda volta perchè facevano veramente schifo), un altro ci mettevamo gli orologi alle caviglie oppure i cotton-fiocc nel naso, mangiavamo toast con due fette di pane in mezzo a quattro di prosciutto....
Insomma si era creato un bel gruppo.
Un giorno, però, mentre eravamo intenti a continuare i nostri cambiamenti, incontrammo un gruppo di ragazze in vestaglia con le scarpe destre al posto delle sinistre, etc, sentii Gino che esclamò:"Valeria!". Era la ragazza che lo aveva lasciato quando lui decise di cambiare vita; anche Michele restò imbambolato di fronte ad una ragazza con la vestaglia rosa a pois fucsia, era la sua ex-ragazza, anch'io riconobbi la mia Lisa...
Il gruppo si allargò ed il divertimento era aumentato adesso c'era anche del sesso nei nostri cambiamenti... Mi ricordo di quella volta che con un paio di reggicalze nere...No, questo è meglio che non lo racconto.
Un giorno eravamo a casa di Valeria quando arrivò un tizio nuovo, sulla sessantina, anche lui era dei nostri (pigiama, scarpe, etc,), disse:"Valeria, io e la mamma vorremmo che tu venissi a pranzo da noi Domenica notte, porta anche i tuoi amici se vogliono, ci sarà una grande festa".
Quel Lunedì fu eccezzionale, c'erano i tortellini in brodo senza ripieno, le verdure eran nell'orto pane e vin non ci mancava e tante altre delicatezze culinarie...ma la cosa più straordinaria fu che incontrai anche i miei genitori, Gino incontrò i suoi, Michele scoppiò a piangere dalla gioia quando incontrò sua nonna e così via, in un via vai di baci ed abbracci tutti reincontravano tutti, tutti avevano voluto cambiare qualcosa e tutti andavano in giro in pigiama o in vestaglia e con tutto quello che c'era da cambiare, cambiato.
Eravamo tutti uguali, tutti avevamo voglia di cambiare e tutti eravamo cambiati... ma non per il pigiama o per le scarpe o per i toasts, no, il nostro era un cambiamento più forte, più voluto, più atteso... volevamo stare più tempo insieme, chiaccherare di più, giocare di più, amarci di più... Gli unici che non incontrammo quel giorno furono i nostri capi-ufficio, loro non erano riusciti a cambiare, ci avevano licenziati tutti e adesso, toccava a loro lavorare al posto nostro!
Tempo dopo però i capi-ufficio li incontrammo in pigiama... il nostro sguardo andò subito alle scarpe: avevano la destra al piede destro e la sinistra al piede sinistro, certo era normale per loro, era molto più faticoso trovare la giusta via per cambiare, anche i loro visi esprimevano ancora un po' di quello che erano stati, infatti nel loro sguardo si notava ancora quell'ombra grigia che avevano quando ci rimproveravano i nostri ritardi.
Ci aspettava un arduo compito: dovevamo insegnare loro il vero cambiamento....
Visto che le scarpe non avevano prodotto l'effetto voluto, pensammo che bisognasse aumentare un pochino il livello di destrutturazione, magari attirava la loro attenzione. In quei giorni la borsa di Tokyo sembrava un pony dei migliori rodei western ma loro, i capouffici, nulla: "lavora schiavo, tanto la pensione te la do a 95 anni !!" Un'ondata di suicidi collettivi rituali aveva preoccupato e orripilato perfino alcuni cinici affaristi di passaggio ma non loro: "I negri bisognerebbe rispedirli tutti in Africa".
Cosi' decidemmo che l'unica cosa da fare era aspettare. Nel frattempo cominciammo a organizzare quella che sembrava l'unica soluzione possibile: case protette per quei poveretti, dove avrebbero potuto lontano dagli stress accedere a quella destrutturazione dell'abbigliamento e della coscienza che invano cercavano.
Un intero quartiere venne adibito a luogo di recupero per tutti quelli definiti "elementi difficili", le case vennero modificate a dovere, i tetti vennero girati, le falde anziché in sù si incontravano in giù. In questo modo l'acqua piovana non venne più dispersa ma raccolta nel tetto stesso, riscaldata dal sole e riutilizzata da tutto il palazzo.
L'entrata principale nel palazzo avveniva tramite una finestra posta all'ultimo piano. In questo modo rientrando a casa, dopo una giornata di sfrenata allegria, non ci si affaticava più a salire le scale.
Certo non era gente che si potesse mettere in fretta sulla giusta via ma non molte settimane dopo, anche se oramai non era più tanto semplice calcolare il tempo (dopo che i poveri calendari erano per anni stati sfruttati ingiustamente dall'uomo, ci era sembrata una buona idea farci perdonare e dimostrar loro la nostra riconoscenza utilizzandoli come quadri decorativi sui muri delle nostre abitazioni), si iniziarono a vedere i primi risultati.
Gli individui più giovani tra coloro che rifiutavano di cambiare iniziarono a guardarci con una certa simpatia, stufi forse di dover sempre vivere allo stesso modo, o forse finalmente consci di quale fosse il modello da seguire. Organizzammo una bella festicciola quando vedemmo uno di loro con i capelli ossigenati (ma le scarpe erano sempre al loro posto), e lo facemmo partecipare. Ma a metà serata, si scusò cortesemente con tutti noi e disse che sarebbe andato a riposare... proprio non era il suo ambiente. Non ancora perlomeno.
E non lo sarebbe certo stato fino a quando non si fosse accorto che il mondo al di là dello specchio era il mondo vero, era il mondo in cui si vive realmente.