La storia di Giulia

Giulia non era nata per caso: certamente la trama dell'universo aveva intessuto quei tre fili d'oro solo perchè lei se ne potesse servire per arrampicarsi al di sopra della gente comune, aprendosi quella che sarebbe stata la sua strada. Anni di vita, vissuta cercando di capire se volesse davvero viverla. E non era facile in giorni di pioggia come questi, quando guardando dalla finestra, non vedi nessun panorama fuori, ma solo un via vai di ricordi, immagini nel tempo, pensieri senza data e mentre ti identifichi con questi la tua mente corre e salta come una scimmia un po' impaurita un po' coraggiosa. Da dove iniziare a mettere ordine? Fuori o dentro di sè? Iniziare dentro...che fatica...non oggi, non adesso.
"Giulia al telefonooooo,è per te".
"Ciao, sono io"
a sentire quella voce Giulia capì che la giornata non poteva iniziare meglio. Tutta la notte aveva sognato e sperato in quella telefonata ed ora era lì con l'emozione che bloccava le parole.
"Come stai Giulia,ti senti bene dopo quello che è successo?"
La sua risposta era lì ,pronta, ma non voleva uscire..
"Sì, sto bene, ma sono molto confusa,molte cose in me chiedono spiegazioni.."
"Oggi è una pessima giornata per uscire....vuoi che venga da te....ne parliamo...".
"Non oggi " rispose Giulia con voce tremante , " devo fare chiarezza in me stessa prima di ritornare ad affrontare gli altri..."

"Va bene, ci sentiamo più tardi"
"No, non chiuder ..." L'amica aveva già staccato; peccato, forse era il caso di continuare la chiacchierata.
Ma, ormai, cosa valeva? Tutto era compiuto ...

Giulia si distese sul letto e si rannicchiò nella sua posizione preferita con il cuscino sul volto, sentiva il calore del suo respiro scaldarle le guance e pensò a quand'era bambina......immaginò tutti i suoi giocattoli preferiti prendere vita, Leopoldo l'orsacchiotto capostazione che le diceva:-Poltrona!Alzati! il treno sta per partire..! devo dare il fischietto di avvio..!...un forte squillo telefonico la svegliò dal suo sogno..
Rispose, così come si fa al risveglio, con la voce impastata, "pronto, chi parla ?" ma all'altro capo del filo non c'era un'altra voce bensì il suono allegro di un clarinetto che suonava una veloce melodia di sapore popolare che le ricordava le splendide ed esilaranti esecuzioni di Giora Feidman.Alcuni secondi, poi la musica cesso'...e la voce di Andrea calda e cordiale come la musica del suo clarinetto invase la mente e lo spirito di Giulia "non mi dire di no! stasera suono al Suspiria il locale dove ci siamo conosciuti e ho bisogno della tua presenza per suonare al meglio, non mi abbandonare ti prego........
Ancora esitante, ma a questo punto decisa ad uscire di casa, a fare qualcosa per cambiare l'atmosfera di quella giornata, accettò l'invito, sperando di incontrare gli amici, di parlare con qualcuno. Aveva bisogno di fare chiarezza, e da sola non si sentiva in grado di farlo.
Si vestì in fretta senza far caso a cosa indossava......guardava nello specchio la sua immagine ma lo specchio dispettoso le rimandava indietro il viso spaurito di una bimba. La confusione aumentava, aveva bisogno di respirare un'aria nuova, aveva bisogno di gioire, voleva togliere quel peso enorme che la faceva soffrire...via, giù in strada a rotta di collo. Ma quello che le si presentò non era uno spettacolo intrigante e soddisfacente. La pioggia continuava a scendere giù fina fina, penetrando dentro fino alle ossa, la gente che incontrava si racchiudeva sempre di più ed era sempre meno propensa a regalarti un sorriso. Cercava un sorriso, cercava un ciao, ma aveva la sensazione di viaggiare in un deserto. Scese velocemente le scale della metropolitana e lì nonostante il freddo gelido e l'umidità incontrò due occhi semplici, gli occhi di un senegalese dentro cui si leggeva tutta la voglia di vivere, erano lo specchio di un animo puro costretto a mendicare offrendoti le sue carabattole..ma nonostante tutto era finalmente una persona felice, una persona che le aveva rivolto un ciao.
Giulia assaporò quella parola come se fosse una coppa di champagne, spezzettò la parola in ogni singola lettera c come carino, i come ingenuo, a come amorevole, o come onesto. Sì, tutte queste parole corrispondevano al quadro che si era trovata alla fine della grigia scalinata. "vuoi comperare???" le stava chiedendo.
C come carino e o come onesto.....ma si', perche' non regalare anche a lui un po' di quella gioia che si era sentita dentro quando ..... non sapeva nemmeno come si chiamava....le aveva rivolto quel saluto, interessato forse, ma da quando era uscita di casa era la prima persona che si era accorta di lei!
"Come ti chiami?", gli chiese. "Iman", rispose, con gli occhi e le labbra aperti in un dolcissimo sorriso.
"Io ti compro un accendino se tu vieni a pranzo da me". Disse Giulia.
"Va bene sorella" disse rimettendosi la borsa in spalla.
Giulia gli prese la mano e la strinse mentre tornavano verso casa come due vecchi amici d'infanzia e pensò, dentro di sè, "oggi so che esisto perchè gli altri esistono".