Sicuramente nessuno si sarebbe
accorto di Ambrogio, se lui non avesse avuto la bella pensata di
scrivere quei manifesti e di tappezzarne la città...
All'inizio non ci credette nemmeno lui, ma quando il suo amico
Francesco gli suggerì che sarebbe stato il caso di far conoscere
a tutti l'accaduto, partì a spron battuto. E pensare che tutto
era cominciato dopo quella serata con gli amici........
Si erano trovati al solito bar e tra una birra e una partita a
boccette la noia era sempre maggiore,decisero insieme a Marco e
Ugo di rallegrare la serata andando al Mokambo il locale piu
sveglio della bassa dove sicuramente avrebbero trovato pane per i
loro denti. Con l'auto di Marco, chiamata da tutti " la Casa
Viaggiante" per tutte quelle volte che ci avevano dormito
anzichè rientrare a casa dopo le loro varie scorribande per la
pianura, si lanciarono sulla lunga strada nera verso il Mokambo,
ognuno stava in silenzio fantasticando su quello che avrebbe
voluto trovare alla fine di quel viaggio.
Se la radio fosse stata accesa, avrebbero sentito cantare Cecilia
Galeazzi, e i loro sogni avrebbero preso colori d'Arabia e di
caldo Meridione... ma questa è un'altra storia...
La notte, all'improvviso, fu rotta da un bagliore sinistro;
proprio davanti a loro, lungo un rettilineo, la strada fu
illuminata a giorno da una luce abbacinante. Marco, che guidava
con la solita brillantezza, sorpreso, bloccò i freni, l'auto
sbandò piu' volte fin quasi al margine della strada. Marco
tuttavia riuscì a controllarla, quando furono fermi, si
guardarono stupiti, chiedendosi con gli occhi quale fosse la
causa di quel bagliore. Era come se da un punto ben preciso della
campagna dei grossi riflettori puntassero in alto sperando di
trovare qualcosa. I raggi di quei riflettori continuavano a
vagare nel cielo nero e con una scansione di tempo martellante
ritornavano ad accecare i nostri amici. La curiosità che crebbe
nel gruppo era tale da superare qualsiasi paura. Marco Ugo e
Ambrogio si buttarono giu' a rotta di collo, la voglia di sapere
cosa fosse era enorme, si sentivano attratti da quel bagliore
come da una forza magnetica. Ambrogio un po' imbranato cadde piu'
volte, ma si rialzò velocemente e riprese a correre giu' per la
discesa. Il primo ad arrivare sul posto fu Marco che dopo aver
ripreso un pò di fiato, si guardò attorno con aria indagatrice.
Subito dopo arrivò Ugo che gli andò a sbattere contro la
schiena ..... cosa mai poteva aver causato tutto ciò era molto
strano, c'era un' atmosfera irreale, quasi magica, ma la paura
regnava sovrana.
Ambrogio quasi non riusciva a vedere, tanto era il contrasto tra
la luce abbagliante e il buio tutt'intorno. Ogni volta che il
raggio del riflettore gli passava dinanzi agli occhi, per un
attimo restava abbacinato, quasi cieco; poi il buio gli piombava
brevemente addosso, mentre il raggio si allontanava, per
ripiombargli addosso subito dopo. Nei pochi istanti di tregua tra
una frustata di luce e l'altra, sulla retina dei suoi occhi
rimanevano strane macchie di colore, complicate figure di luce
che svanivano di nuovo, sommerse, al ritornare del raggio. Ma
erano solo strani giochi di luce, o gli era parso davvero di
intravvedere delle figure quasi umane tra un lampo e il
successivo? Poi all'improvviso le luci si abbassarono fino a
sparire del tutto e i tre amici si ritrovarono al buio pesto di
una notte senza luna ,si chiamarono per nome per localizzarsi
meglio ma in quel mentre Ugo si senti sfiorare da qualcosa di
strano e lancio un urlo di paura.
Ambrogio e Marco sussultarono a quel grido e si precipitarono
nella direzione da cui avevano sentito Ugo urlare. Lo trovarono
Ugo, lo sguardo fisso nel vuoto con gli occhi sbarrati dalla
paura. In preda loro stessi ad una agitazione spasmodica e con il
fiatone, cercano di calmare il loro amico.
Che sarà mai stato a ridurre Ugo in quello stato? Si guardarono
negli occhi si resero conto che tutti e due stavano pensando alla
stessa cosa!Un incontro "ravvicinato"? Non a loro! ...
Non lì!Loro volevano soltanto passare una normalissima serata al
Mokambo!Cosa fare? Scappare? Ma dove? Era questa la soluzione?Il
primo a riprendersi fu Marco: "Su dai, non è possibile! Ci
sarà una spiegazione. Vediamo cos'è in realtà; Aspettatemi,
vado a prendere la torcia in macchina"
Il tempo di fare qualche passo, brancolando nel buio, e i suoi
occhi ripresero a vedere piu' distintamente, quanto bastava per
scorgere un'ombra in movimento vicino all'auto. Il cuore
comincio' a battere forte...
Risali' di corsa fino all'auto, la strada sembrava scomparsa in
tutto quel buio, la natura era stranamente silenziosa.
Marco rimase qualche minuto fermo a pochi metri dall'auto, aveva
una strana sensazione di essere osservato. Vinta la paura apri'
il baule e prese la torcia grande quanto un faro di un camion.
Continuava a sentire quella presenza dietro alle sue spalle.
Accese la torcia, la forte luce accese una nuova sicurezza dentro
di se, inizio' a perforare quel fitto buio girando su se stesso.
Ricomparvero gli alberi, il prato, la strada e ...... la figura
di una ragazza, ferma nel mezzo della strada.
Una ragazza? Cosa ci faceva li' una ragazza? A quell'ora poi!
Attonito, fermo' il fascio di luce su di lei, che si riparava gli
occhi con la mano. Era alta ... piu' del normale, capelli scuri,
almeno sembrava, curve proporzionate ed al posto giusto. Non era
niente male! Ma ... c'era un che di strano, lei rimaneva ferma,
non una parola, non un gesto .... Come era possibile?
.....................Mi avete trovata, finalmente! E' dalle prime
righe che vi sto spiando. Mi incuriosite con le vostre strane
connessioni, con questo sistema di interfacciarvi cosi'
primitivo. Temo che l'unico modo per approfondire la conoscenza
con il vostro mondo sia quello di entrare nelle vostre menti e
nei vostri cuori. Ecco liberato il mio essere, ascoltati con
attenzione, caro lettore, e' forse proprio dentro di te che mi
sono intrufolata.............................