La storia del cartoncino azzurro


Avremmo potuto far finta di niente, in fondo era solo un pezzettino di cartoncino azzurro che spuntava dalle pagine di un libro. Ed invece la curiosità vinse ed aprimmo il libro, alla pagina segnata d'azzurro....Forse uno di quei libri magici e rari, che li puoi aprire a qualunque pagina e ti dicono qualcosa di fondamentale. Ho aperto, con emozione e uno strano senso di irrequietezza e ho letto... "ama la realtà che costruisci e neanche la morte fermerà il tuo volo".
Quelle parole ..... rivolte a me, in questo periodo così difficile della mia vita, con i miei dubbi quotidiani tra realtà e fantasia. Quelle parole sembravano confermarmi quello che da tempo sentivo dentro me: la mia realtà è fatta di sfide giornaliere finalizzate a costruire la mia vita, la fantasia è il colore che le dò . E comunque erano solo parole; la realtà era che oggi avrei dovuto presentarmi a quell'appuntamento e non avevo ancora preparato un piano per portare a termine la mia vendetta.
Restava poco tempo per preparare tutto. Jedah, mollemente distesa al mio fianco, continuava a rimirare il cartoncino azzurro, lontanissima dall'immaginare chi l'avesse infilato tra le pagine e perchè. Ma io ricordavo benissimo quel giorno d'aprile, il parco, la mano di Zelda nella mia, i nostri baci, e poi la bancarella dei libri e quel regalo che aveva voluto farmi. Un modo per ricordarla sempre, diceva. Per rimpiangerla amaramente, sapevo adesso. Ma tra poco..... avrò l'occasione di rivederla e potrò dirle in faccia quello che penso di lei. Sembra ieri ma sono passati già due anni da quell'ultima volta, e nonostante tutto ogni tanto ritorna nei miei sogni, nei miei pensieri.
Ama la realtà che costruisci .......
La amo a tal punto da non stancarmi mai di lottare .... e di volare.
Che cosa dovrei dirle? Urlarle la mia rabbia? Prenderla a sberle? No ... meglio ignorarla! ...Meglio lasciar perdere; ora la mia vita è cambiata; ho cambiato città, ho cambiato lavoro, ho un'altra donna; perchè tormentarsi ancora? No! Sarà lei a cercarmi.
Mi preparai con molto anticipo per l'appuntamento, e curai fino all'ossessione ogni piccolo particolare - ricordavo, infatti, quanto lei fosse attratta e incuriosita dalla cura che la gente pone nelle piccole cose. Non avrei dovuto esserlo, ma ero agitatissimo, dentro di me si scontravano pensieri diversi....passavo dall'odio totale al ricordo di quando mano nella mano avevamo passeggiato insieme cercando gli addobbi di natale più belli. Ricordavo la scelta di una serie di stelle dorate da appendere all'albero che avevano fatto scaturire un piccolo litigio, io le volevo più grosse, lei aveva scelto le più piccole, quasi inesistenti, ma alla fine come al solito avevo ceduto.
Avevo messo del gel nei capelli per far sì che i miei "riccioli ribelli" come li chiamava lei rimanessero a posto, ma contro ogni mio sforzo, il ricciolo al lato del viso continuava a venir fuori. Che strano, mi sentivo guardato a distanza, come se lei fosse nascosta da qualche parte e mi osservasse, sentivo il suo sguardo su di me
...-ma sono solo menate - mi dicevo tra me, cercando di convincermi che la mia vita avesse davvero preso un'altra strada, e che potevo smettere di pensare alla ribellione del mio ricciolo e alla sua "sconvenienza"...Ora la mia vita è aperta agli altri, non infognata nei casini di una coppia chiusa e tendente alla muffa; ora sento che ci sono molte persone e che ognuna di esse è parte di me e parte dell'affetto che riesco a dare al mondo e che vorrei stesse sempre aumentando, invece di concentrarsi su una sola persona.
Basta, basta ! Mi scorrono nella mente i ricordi e le immagini come in un film, devo pensare all'appuntamento, il tempo passa e il momento si avvicina. Ma cosa mi sta capitando, la sete di vendetta che avevo, si è affievolita, l'onda dei ricordi sembra averla placata, sento dentro di me una sensazione strana, di confusione, quasi una paura per quello che proverò in quel momento. Devo riprendere il controllo di me stesso, ricercare quella rabbia che avevo dentro prima di lasciarmi trasportare dai sentimenti.
Ora esco e lascio qui tutti quei ricordi che frenano la mia vendetta.
Accelerò il passo, l'appuntamento e' sempre più vicino, i ricordi mi braccano.
Se quella storia non fosse finita la mia vita sarebbe stata migliore? Non lo so' forse, ma da allora ho imparato a fare sogni più piccoli. La vidi seduta al tavolo in fondo al locale. Il tempo non l'aveva cambiata, era ancora bella come il mio cuore la ricordava.
E invece di trattarla male come avevo progettato, quando i nostri sguardi s'incrociarono ormai sorridevamo già. Mi sedetti anch'io, di fronte. Ero un po' confuso, ma inspiegabilmente contento. Ci raccontammo i fatti degli ultimi due anni, con la rapidità di cui sono capaci due persone che si conoscono bene, e che si sono volute bene. E poco a poco cominciai a notare alcuni piccoli cambiamenti in lei, e di riflesso a sentirmi un po' cambiato io, in questi ultimi due anni. Lei era diventata più sicura di se', si era lanciata nel suo lavoro, mentre io mi ero sempre più dedicato ai miei hobby e alle mie segrete passioni di rivoluzionario mai rassegnato. Capii tutto della nostra storia in quei pochi secondi, e da allora non fui più capace di odiarla.
Parlammo un poco,sempre guardandoci negli occhi, sorridendo..
Il tempo sembrò fermarsi,i nostri sguardi si fusero e tornarono indietro nel tempo,fino al nostro ultimo incontro..
Due anni fa, poco dopo Natale, proprio a causa di quelle stupide palline per l'albero...
avevamo già organizzato un meraviglioso capodanno ma lei mi disse che doveva partire.
"Perchè, per dove, proprio adesso?" le dissi, e lei mi rispose:"Sì,
proprio adesso e dove vado non te lo posso dire!"
Litigammo furiosamente. Io trascorsi il capodanno solo nella mia stanza e lei....chissà dove e chissà con chi.
"Non te lo posso dire" mi sembrò una frase da bambina capricciosa, mi irritò tantissimo, al punto di dirle di andarsene e di non tornare. Sbattè la porta piangendo, poi, mi chiamò esattamente a mezzanotte e le dissi che era finita. Il perchè di questa mia reazione me lo chiedo ancora oggi, sarà stato un insieme di cose. Chiusi il telefono mentre singhiozzando tentava di dirmi di non farlo, di non chiudere al telefono il nostro rapporto. E quando misi giù la cornetta pensai che anch'io ero un bambino capriccioso a cominciare da quando mi chiese "Perchè mi fai questo?" e risposi "Perchè sì. Non lo faccio per stare bene a breve termine, più avanti vedrò...penserò...ricomincerò...per adesso mi sono reso conto che stare con te mi fa più soffrire che altro, quindi, stop!".
Ho evitato in tutti i modi il confronto occhi negli occhi e adesso che ce l'ho davanti rivedo talmente tante cose da sentire il desiderio di voler soffrire ancora in quel modo...una bellissima sofferenza che non ho più provato.
Quei pochi attimi rivissuti con lei stavano sgretolando tutte le convinzioni che a fatica mi ero costruito, le mie certezze, la mia apertura al mondo, la mia soddisfazione di non essere imbrigliato da un rapporto di coppia "chiuso e tendente alla muffa". Nella mia mente tutto iniziava a sbiadirsi, quelle immagini che pochi attimi prima mi davano tanta sicurezza ora non c'erano più, tutto stava ritornando indietro a quell'ultima telefonata, inesorabilmente, naturalmente. I nostri sentimenti si stavano nuovamente legando, come tessere uniche di un mosaico che solo vicini possono dare lo splendore del capolavoro intero.
Anche lei, evidentemente, continuava a pensare a quella volta, a quella separazione cosi' brusca, senza spiegazioni. C'era un disagio fra noi, entrambi sentivamo il bisogno di dire qualcosa, ma non riuscivamo a cominciare. Poi lei di colpo, come un getto d'acqua che si fa largo tra le pietre ed erompe improvviso, inarrestabile, sbotto': "Era un colloquio di lavoro. Potrà sembrarti strano, a Capodanno, ma ero stata convocata dal direttore del "Corriere del Tirreno" e speravo proprio di essere assunta. Come infatti avvenne. Poi sono passata ai settimanali, a "Paesaggio" e al "Rapido", insomma sto facendo carriera. Non volevo dirtelo per farti una sorpresa, ma quella tua reazione da bambino capriccioso.... " "Io... io pensavo che ci fosse un altro...." "Ora c'e', infatti".